Otium

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Ozio come culla del genio

Ozio dolce far niente

Ozio sorniona attesa del nulla

Otium

… ma accorgersi di non essere più capaci di oziare, come da piccoli… perché da troppo tempo forzati a fare per competere… è assai più di un campanello di allarme, è il chiaro segnale che sia giunto il tempo di cambiare ritmi, e forse vita.

Dallo sconcerto di averne preso coscienza, occorre passare alla elaborazione, ovvero la metabolizzazione di aver somatizzato ritmi malsani così profondamente da non rendersene conto.

Si inizia con una pausa di riflessione, osservazione introspettiva per riprendere coscienza di sé; all’inizio sarà come raccattare brandelli perduti in una soffitta abbandonata, fatica irritante e piacevole, oscura faccenda interiore o quasi, un lavorio disagevole come avere a che fare con un mosaico di cui si sono scordate le geometrie.

Ma anziché agitarsi o irrigidirsi, è bene prendersi del tempo e mettersi in pace, lasciarsi andare, permettere che accada il naturale processo di riordino interiore. Lo spirito che ci anima sa come mettere in ordine …

Spesso basta assecondare i sussurri interiori,

L’essenza che ci ispira e guida verso ciò che è bene per noi, si farà sentire.

Ozio culla del genio, si dice, distinguendo dall’oziare pingue e improduttivo, la culla apparentemente inerte dell’ozio creativo diviene incubatrice della chiarezza interiore che alimenta le idee giuste, i pensieri buoni, le intenzioni che guideranno i passi e le azioni necessari a riprendere il piacere, l’impegno, la consapevolezza della propria esistenza.

Pian piano tutti gli aspetti fisici, emotivi, mentali ed emozionali si allineano nella nuova coscienza e si inizia passo dopo passo a riorganizzare la propria esistenza. Lavoro, interessi, ritmi, vita privata e sociale, inesorabilmente verranno riveduti, in sintonia con una armonia, solo apparentemente sovrannaturale, saranno riordinati nei nuovi spazi assegnati, oppure si autodisporranno in maniera spontanea grazie alle nuove energie che emaniamo.

Chi ci è intorno non potrà che notare e accettare il cambiamento, che in realtà è il risveglio in noi stessi che ci renderà più coscienti, compassionevoli, grati, ma anche decisi a non accettare più situazioni equivoche, pena l’allontanamento. Forse solo per chi si trova in situazioni particolarmente ingarbugliate, magari per guadagnarsi da vivere, saranno necessarie tappe o trattative diverse, più graduali. Si tratta comunque di passaggi fattibili.

La vita sulla Terra evolve di continuo in tutte le forme; l’essere umano dovrebbe essere la creatura che è consapevole di sé stessa, che è qui per fare esperienza e migliorare fino alla piena evoluzione delle potenzialità insite, godendo in maniera virtuosa di ogni tappa temporale terrena. Eppure spesso si finisce per sprecare vite intere, nei vizi tra i quali l’ozio eccessivo, oppure l’iperattività snervante, stressante e priva di quiete. Entrambi sono esempi estremi, dei quali prendere nota e valutare se per caso la nostra vita non stia andando pericolosamente in quelle direzioni.

Ritrovare equilibrio nella sana via di mezzo è il suggerimento non sempre facile ma perfetto, semplice, attuabile.

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