“Scrivi, che sei bravo!”, mi sento dire spesso; si va bene ma perché, a chi scrivo se oggi non legge quasi più nessuno ? Mi guardo intorno e vedo sempre più persone – più giovani che anziani – isolate, imprigionate, incuffiate e alle prese con chissà quali diavolerie la rete mette loro a disposizione schiavizzando le menti. Senza accorgersene il più delle volte diventano pigre, superficiali, incapaci di comprendere e concentrarsi davvero.
Sento commenti stupidi, affermazioni di certezze semplici quanto ottuse; io invece ho sempre più dubbi. Lontano dalle grandi menti, però, similmente mi accorgo che è così: più pensi (intesa come attività interiore consapevole basata su letture, comprensione, rielaborazione, autocoscienza…) più sorgono dubbi che certezze.
In quest’epoca di iper-stimolazioni sensoriali, di frenesia e decadenza, ripensi a chi dichiarò che più sapeva e più sapeva di non sapere e provi quel timore reverenziale per quelle menti geniali che sapevano intuire, prevedere, elaborare ciò che ora è tanto alla base delle nostre esistenze, quanto sottovalutato – per non dire ignorato; e puoi solo tacere.
E poi, con tanti bravi scrittori perché io? Quelli davvero bravi riescono a toccarti profondamene, io che potrei aggiungere all’immensa sapienza già scritta?
Forse ho capito; attraverso me, (con la mia raffinata, elegante ed ironica mediocrità) diventa possibile attrarre per similitudine più persone; faccio ossia da mediatore? Un ponte tra intelligenza ed ignoranza, che sappia dire cose complesse con parole semplici e comprensibili a tutti, o quasi; in grado comunque di raggiungere più gente ?!
Oppure perché sono poco adatto ad altri compiti, inidoneo a talune mansioni, palesemente inadeguato ad altre, che per togliermi di torno con gentilezza e compassione mi si suggerisce di scrivere, un po’ come quando si è stanchi di sopportare quei bimbi vivaci e rumorosi gli si dice: andate a giocare fuori che c’è il sole!.
Ecco, invece a me: “scrivi, che sei bravo”.
“Continua a scrivere… mi raccomando: scrivi ancora, eh!?” allora potrebbe suonare anche come: continua ad andare, e restaci, a quel paese.
Io ci provo comunque, i dubbi restano, mi ci arrovello e poi sorrido, anche dormirci sopra serve a poco perché puntualmente riprendo a rimuginare finché le idee si confondono in quel turbinio di umori e stati d’animo agrodolci, e perché in fondo l’importanza è relativa. Conta il piacere di scrivere… e di leggere.
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