Meditazione
Nei paesi occidentali, in passato, la meditazione era ritenuta roba stramba da orientali, lontani dalle tradizioni europee. Poi pian piano ci si è accorti che non solo le pratiche di meditazione erano note anche in Europa, ma erano parte integrante di antichissime tradizioni che si svolgevano all’interno di culti più e meno conosciuti.
Arrivo a dire che la recitazione dei mantra, come dei sutra e dei rosari, siano delle forme di meditazione articolata. Ci sono poi meditazioni in movimento e altre ancora, per ogni predisposizione.
Col passar del tempo e l’ampliamento delle pratiche sono nate tantissime forme di meditazione, al punto da ritenere che ciascuno possa trovare la forma che più gli si addice.
La meditazione è in sintesi uno stato di quiete, è la qualità naturale dell’essere. Almeno così potrebbe e dovrebbe essere. Fa molto bene dedicarsi a sé stessi con qualsiasi semplice meditazione; specie se praticata in ambiente tranquillo, con la giusta attenzione alla respirazione che prima va fatta profonda poi diviene spontanea e naturale, magari a occhi chiusi. La serenità che presto arriva permette di osservare i propri pensieri come osservatori di noi stessi, lasciando che scorrano liberi come nuvole nel nostro cielo interiore. La sessione può durare per un tempo variabile, purché ci soddisfi. Una corretta e regolare pratica favorisce l’attenzione, riduce i dolori, aumenta le risposte immunitarie, allevia l’ansia e l’ipertensione, migliora la veglia e il sonno. Meditare non significa solo rilassarsi.
Per me meditare significa in maniera abbastanza classica: dedicare tempo e pace a me stesso, in un luogo appartato, concentrato sulla respirazione e la presenza in sé qui adesso.
Per lo più si sta seduti, ma soffrendo di schiena io prediligo la posizione supina, con gambe piegate a 90 gradi circa, piedi a terra e braccia distese lungo i fianchi, o talvolta incrociate sul plesso solare.
La meditazione dovrebbe diventare pratica quotidiana, per riacquistare tranquillità, lucidità, benessere, armonia, energia, per stare sempre meglio. Senza divenire fanatici, potrebbe bastare una o più sedute quotidiane, di almeno venti minuti ciascuna. Qualcuno si troverà bene a praticare all’alba, appena svegli, prima ancora di aver fatto colazione, forse per prepararsi e disporsi nel giusto stato d’animo. Qualcun altro a metà mattina o metà pomeriggio per spezzare i ritmi e rigenerarsi; altri la sera prima o dopo la cena, magari per riflettere sulla giornata trascorsa e immaginare la successiva.
Personalmente mi piaceva dedicarmi alla meditazione e alle mie consuetudini al termine del lavoro, come rito di passaggio rilassante, così che i pensieri del lavoro rimanessero nell’ambito del lavoro e quelli della famiglia e di casa potessero riaquisire i loro spazi. Ora da libero professionista sono molto più flessibile nel gestire i miei tempi, perciò pratico regolarmente e con leggerezza in funzione del momento.
Per chi volesse approfondire ci sono moltissimi testi e articoli dedicati alle pratiche della meditazione; suggerisco di curiosare, di informarsi, di provare e sperimentare fino a trovare i metodi congeniali. Tenendo conto che comunque con il tempo, l’età, il percorso, potranno variare le esigenze e di conseguenza anche le pratiche da attuare.
Altri suggerimenti utili a buone pratiche – almeno per la meditazione – sono: usare abiti non attillati ma comodi, in stoffe naturali, privi di legacci o cinghie strette; se non è possibile, almeno allentare cinture, colletti, reggiseni, stringhe e qualsiasi accessorio stringente sul corpo. Cellulari in silenzioso, orologi e accessori elettronici vanno tenuti lontani almeno qualche metro. Unica concessione un timer o sveglia, che col tempo perderà utilità poiché sarà il corpo stesso ad autoregolarsi.
Usare un cuscino, una stuoia, un tappetino che ammorbidisca l’appoggio del corpo al suolo. Meglio se le luci siano attenuate e il clima idoneo – ne troppo caldo ne troppo fresco.
Musica? Solo se piace, rilassa e non distrae.
Profumazioni? Personalmente preferisco spargere oli essenziali o bruciare incensi, nonché arieggiare i locali prima e dopo.
Ora un esempio della mia pratica …
Durante le meditazioni mi trovo a visualizzarmi disteso supino, a breve intorno a me spesso tutto scompare in una luce ovattata, una specie di energia in forma di bambagia traslucente multicolore piacevolissima.
Molte volte sono in una specie di soffitta, un sottotetto che mostra le travi portanti, le secondarie traverse, le tegole che dalle mie parti si chiamano coppi, sovrapposte. Attraverso di esse intravedo fessure, lampi di luce che illuminano la penombra accogliente in cui mi trovo. Ogni volta che mi concentro su una fessura la piccola luce interagisce con me, aumenta l’intensità, talvolta trasformandosi in un fascio diretto alla fronte, talvolta ampliandosi come un’aura traslucente fino ad avvolgermi. La sensazione è di sentirmi assorbito e nel contempo nutrito da quella luce divenuta di una bellezza sovrannaturale. Posso sentire il corpo poggiato morbidamente sulla lolla isolante, poi in maniera spontanea e irrazionale avverto un senso di galleggiamento generale, e sospeso in questo luogo cambiano le percezioni.
Altre volte ancora mi ritrovo nella natura, in un bosco immerso dal fogliame sovrastante, poggiato lievemente sul terreno di foglie secche e fili d’erba. Similmente a prima tra le foglie in cielo si fanno largo fino a raggiungermi coni di luce radiosi, freddi e caldi insieme; i colori naturali permeati dalla luce solare sono assai più vividi rispetto alla realtà materiale, come se tutto fosse vivificato da una immensa energia che avvolge e attraversa anche me.
Riesco a spostarmi in qualsiasi luogo io possa immaginare, planando istantaneamente. Oppure mi sveglio scoprendo di essermi addormentato, ma non era sogno ciò che avevo visto, poiché credo che il dormire sia il dolce oblio che permette di riprendere coscienza nel corpo, senza certi sbalzi notturni dei quali ormai sorrido.
È bellissimo svanire e riscoprirsi consci di quella realtà eterea di cui siamo parte; realtà che pervade la concretezza in cui siamo immersi. Lì le sensazioni sono amplificate, le intuizioni sono chiare, riesco a percepire gli umori e le emozioni di chi mi è intorno; ma forse non dovrei dire “lì” perché in verità non cambio luogo bensì aumento la consapevolezza e divento più me stesso riuscendo a percepire la multi-dimensionalità di cui sono e siamo fatti. Tutti siamo così, sebbene molti ne siano inconsapevoli.
E nonostante qualche sonnellino biricchino, o ristoratore, spesso la consapevolezza migliora a ogni meditazione.
Meditate gente meditate …
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